Nata come manifestazione off di Artissima, fiera internazionale di arte contemporanea, Paratissima è diventata in pochi anni uno degli eventi di riferimento nel panorama artistico a livello nazionale.
Gli artisti di Paratissima sono i creativi (pittori, scultori, fotografi, illustratori, stilisti, registi, designer) emergenti, che non sono ancora entrati nel circuito ufficiale dell’arte, e i nomi affermati che desiderano mettersi in gioco in un contesto dinamico rivolto ad una vasta platea.
Cosa succede quando la tredicesima edizione di Paratissima coincide con l’anno duemiladiciassette?
Come direbbe Edoardo De Filippo, “Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”. Per evitare che la dea bendata ci volti impietosamente le spalle, ci siamo premuniti di potentissime corna scaramantiche, amuleti, mantra, feticci, rituali e portafortuna: qualunque cosa pur di allontanare l’eventuale sventura.
Torino, capitale per eccellenza dell’esoterismo e della magia, farà da immancabile cornice a quest’edizione all’insegna di sinistri presagi e riti propiziatori.
E se l’Italia è la patria del toccare ferro e dei cornetti rossi, nonché terreno fertile per tutta una serie sterminata di rituali magici, la superstizione risulta essere comunque il minimo comune denominatore di tutte le culture del mondo, anche se con diverse modalità di manifestazione. Nessuno è immune dall’essere scaramantico: credere o meno nella sfortuna è un vero e proprio stile di vita che prescinde da provenienza geografica o estrazione sociale.
Per un superstizioso semplici colori, accadimenti, oggetti, numeri o ricorrenze rappresentano simboli di iattura o buona sorte da evitare o ricercare, manie tali da condizionare ogni aspetto della vita quotidiana.
Sicuramente nulla di scientifico, se non false credenze, ma sino a novembre, nel dubbio, proveremo a evitare gatti neri e specchi rotti, toccando gobbe e ferri di cavallo.
Il tutto, ovviamente, per pura e semplice precauzione.
E tu? Farai le corna insieme a noi?