“Il Realismo Concettuale è un modo di comunicare un’idea astratta derivata da immagini e
scenari dipinti in maniera realistica. Un’idea astratta è un concetto, un pensiero, uno stato
d’animo e la preoccupazione di un artista con questioni che non hanno equivalenza visiva nella
vita reale. […] Il Realismo Concettuale è un tentativo di “sistemizzare” e definire un Metodo
Creativo delle Belle Arti, qualcosa che non è mai stato fatto sinora e da esplorare appieno. E’ un
tentativo di fornire alcuni criteri che permettano di analizzare il valore creativo di opere d’arte.”
Questi sono alcuni concetti estrapolati dal Manifesto del Realismo Concettuale, linea di
pensiero alla quale l’artista Marco Barberio sente di appartenere. Artista ed imprenditore,
cofondatore di Wirex e manager creativo dell’azienda, che sviluppa software per la realtà
digitale, Barberio si muove, costantemente, sul filo tra reale e virtuale. Afferma che “la continua
ricerca di bilanciare arte e scienza nella mia vita, si riflette completamente nei miei dipinti”. Una
diarchia di non sempre facile resa equilibrata, ma che porta le opere dell’artista ad essere un
missaggio particolare di quello che sembra, ad un primo sguardo il segno di un’istanza
iperrealista che si spinge in tale direzione, ma deviando verso ciò che lo stesso Marco Barberio
descrive come il “campionamento della vita reale analogica dove il soggetto vive”.
L’opera che presenta qui, Blue Vs Body, è parafrasata attraverso la coppia “digitale vs
analogico”. Sono la quotidianità professionale contro la passione artistica che si pongono come
un intricato ginepraio d’ogni giorno. Nessuna delle due parti della personalità di Barberio resta
distinta e separata. Inconsciamente esse si sovrappongono, collaborano o il contrario.
Questo dipinto, un acrilico su tela, senza alcun tipo di rielaborazione grafica digitale su pittura
successiva, è nato da una fotografia scattata dallo stesso artista e con il focus puntato su un
forte contrasto e sulla ricchezza dei colori, secondo le impostazioni fotografiche. Attraverso, poi,
programmi informatici — da lui sviluppati — la foto subisce un processo digitale che porta ad
una estrema semplificazione dei cromatismi, tonalità che, da un punto di vista concettuale,
rivestono importanza capitale nella ricerca pittorica di Barberio.
Esse, infatti, o meglio, tramite esse, l’artista riesce ad ottenere il senso plastico dei soggetti
raffigurati. In un parallelo che egli propone con la pittura tonale di Michelangelo, in cui i colori
donano forma e sostanza a corpi e altri soggetti, che paiono travalicare la bidimensionalità dello
spazio pittorico, Barberio fa corrispondere la propria tecnica pittorica, essenziale nella scelta di
stilemi che portano ad una sostanziale assenza di chiaroscuro. Quello che potremmo definire
effetto di tridimensionalità, lo ottiene attraverso un uso delle curve cromatiche — come accade
nelle tavole topografiche — curve che assumono un valore formale importantissimo, il
medesimo che hanno le ombre in un dipinto iperrealista. Barberio, nel proprio caso, crea quel
che ha definito “realismo campionato”. In tale scelta, in un simile “campionamento” cromatico,
naturalmente, andranno perse le sfumature, dei particolari che analogicamente noteremmo. Si
attua, in tal modo, un profondo parallelo con la pittura divisionista e la tecnica del pointillisme,
che cercò, in maniera rigorosa di estrapolare le istanze stilistiche della maniera impressionista.
Barberio, in definitiva, ha un preciso scopo a capo della sua ricerca pittorica: rappresentare.
visivamente una metafora della vita digitale che oggi viviamo. Di giorno in giorno, dal passato
analogico al presente digitale, perdiamo qualcosa nella definizione dei particolari, tuttavia,a, nella
nostra corsa contro il tempo non ci accorgiamo di tale perdita. Egli tenta, pertanto, di recuperare
un punctum da cui stabilire una nuova connessione.
8 Marzo 2018